Sommergibile "TITO SPERI"

 

 

Il Smg. SPERI - come più speditamente veniva nominato - era l'ultimo dei quattro battelli della classe "MAMELI" (Mameli, Capponi, Da Procida e Speri), realizzati negli anni fra il '25 e il '29 presso i Cantieri TOSI di Taranto. Si trattava di sommergibili "di media crociera" molto ben riusciti, che operarono a lungo ottimamente.

Le caratteristiche tecniche di questi battelli erano:

- carena: tipo Cavallini a doppio scafo parziale
- profondità max: 100 m con coefficiente di sicurezza 3
- dislocamento: 842,5 t (in superficie) - 1.010 t (in immersione)
- dimensioni: 64,64 m (lungh.) – 6,52 m (largh.) – 4,31 m (pescaggio)
- potenza app. motore: 3.000 (poi 4.000) HP (in superficie) - 1.100 HP (in immersione)
- velocità max.: 17,2 nd (in superficie) - 7,7,nd (in immersione)
- autonomia: in superf. (carico norm.): 790 mg a 17,2 nd - 3.295 mg a 6,9 nd
- autonomia in superf. (sovraccarico): 1.703 mg a 17,2 nd - 7.100 mg a 6,9 nd
- autonomia in immersione: 7,5 mg a 7,7 nd - 80 mg a 4 nd
- armamento:
-- 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (4 a prora e 2 a poppa)
-- 10 siluri da 533 mm (6 a prora e 4 a poppa)
-- 1 cannone da 102 mm/35 cal.
-- 2 mitragliere singole da 13,2 mm
- equipaggio (tabella): 49 persone, di cui 5 ufficiali


Lo SPERI era stato impostato il 18 settembre '25, varato il 25 maggio '28 e consegnato alla Marina il 20 agosto '29.

Ecco, in sintesi, la sua storia.

Con gli altri battelli della classe, riuniti in Squadriglia, lo SPERI è dapprima dislocato a Taranto e da qui, agli inizi del '30, viene inviato per una ventina di giorni in Atlantico per verificare l'attitudine della cl. "MAMELI" ad operare in acque oceaniche. Il risultato è ampiamente positivo.

Poi la dislocazione diviene Napoli e, più tardi, ancora Taranto.

 


(7 dicembre 1935 - Collisione tra il Smg "Tito Speri" e il Smg. "M. Bragadin")



Nel '37, al comando del C.C. Mario CANO', lo SPERI partecipa alla Guerra di Spagna con una missione di 11 giorni nelle acque di Cartagena. Ottiene quattro avvistamenti ma, anche a causa del mare grosso, non riesce a portare a termine le azioni di attacco.

Nel giugno del ’38, al comando del T.V. Carlo GIROSI, sperimenta nel golfo di Taranto l’apparecchio incendiario “Girosi”, ideato dal Comandante stesso. Si tratta di un impianto che consente al sommergibile immerso di provocare l’incendio di nafta precedentemente espulsa su una certa superficie di mare, al fine di interdire passaggi obbligati o ingressi ai porti. L’esperimento è giudicato senz’altro positivo e l’apparecchio viene installato su molti altri battelli. Tuttavia, non verrà mai effettivamente utilizzato.

Allo scoppio delle ostilità (10.6.40), tutta la squadriglia è di base a Messina. Da qui, sempre al comando del T.V. Carlo GIROSI e poi del C.C. Mario VANNUTELLI, lo SPERI svolge numerose missioni di agguato fino al marzo '41, nelle acque di Alessandria, Creta, Corfù e golfo di Taranto, ma senza cogliere alcun avvistamento.

Passato al comando del C.C. Enzo GROSSI e poi del C.C. Rino ERLER, dal maggio '41 al gennaio '42 viene assegnato alla Scuola Sommergibili a Pola, dove effettua 65 uscite per addestramento, comprese quattro uscite di pattugliamento nell'Alto Adriatico.

Dal febbraio '42, ormai logoro e usurato nei suoi impianti ma ancora valido nelle strutture di scafo, lo SPERI è posto "in riserva potenziale" (ossia, sottratto all'impiego operativo ma non disarmato) e, insieme al MAMELI e al DA PROCIDA (il CAPPONI era stato affondato il 31.1.41, al largo di Stromboli, dal sommergibile inglese RORQUAL), viene avviato a lavori di sostanziale ammodernamento. Si sostituiscono i motori diesel con altri più potenti e si installano nuove apparecchiature operative.

L'armistizio (8.9.43) trova i tre battelli ancora ai lavori a Taranto. Ma per essi sta per cominciare una nuova vita.

Ultimati i lavori e rimessi in perfetta efficienza, SPERI, MAMELI e DA PROCIDA, nel febbraio '44, vengono inviati in Atlantico nell'àmbito della cobelligeranza con gli Alleati, a svolgere attività addestrativa antisom. Lo SPERI, al comando del T.V. Claudio CELLI, è dislocato dapprima alle Bermude, poi a Portsmouth, a Casco Bay e, infine, a Guantanamo. Nell’arco dei circa 18 mesi di permanenza in quelle acque effettuerà ben 120 uscite. La quantità e la qualità dell'attività svolta gli fanno meritare l'elogio dell'Amm. Ernest J. KING, Comandante delle operazioni in quell'area.

Alla fine della guerra (agosto '45) lo SPERI, torna a Taranto, dove rimane in attesa di essere disarmato. Viene definitivamente radiato, unitamente agli altri sommergibili superstiti, il 1° febbraio 1948.


Le clausole del Trattato di Pace prevedono per questi battelli, fatti salvi gli otto destinati ai vincitori in conto danni di guerra, l'affondamento in alti fondali. Ma, dopo intense trattative, il Governo De Gasperi riesce ad ottenere di poterne recuperare il materiale (in quel momento l'Italia è veramente allo stremo) e i vincitori consentono che i battelli, dopo essere stati resi assolutamente inefficienti, vengano demoliti “in pezzi di peso non superiore a 10 tonnellate”.

Così, anche per il Smg. TITO SPERI, dopo quasi vent'anni di onorevole servizio, arriva tristemente la fiamma ossidrica. Fine della storia.