1. Premessa
Come abbiamo visto, per quasi un secolo i sommergibili (e poi i sottomarini) sono sempre stati dotati di impianti propulsivi convenzionali (Diesel-Elettrici) o atomici.
Quanto sopra è avvenuto, negli anni, attraverso alcuni salti tecnologici fondamentali: partendo dai sistemi D/E iniziali (prima, durante e dopo le due guerre mondiali), attraverso l'avvento dello SNORKEL (subito dopo la fine della II G.M.), fino ad arrivare ai battelli atomici (negli anni 50).
Per le ragioni che abbiamo spiegato nelle precedenti sezioni, il piccolo e silenzioso battello convenzionale ha continuato ad essere preferito e ricercato in molti ambiti (per ragioni operative, politiche, economiche, logistiche, etc.). Questo ha spinto i proggettisti (già a partire dagli anni '60) a ricercare soluzioni tecnologiche mirate ad ottenere sottomarini convenzionali sempre più performanti e indipendenti dall'aria (per limitare al minimo l'impiego dello Snorkel, che rende i battelli convenzionali molto vulnerabili in quanto "facilmente" rilevabili dal nemico).
Con l'acronimo A.I.P. (Air Indipendent Propulsion) ci si riferisce proprio a dette tecnologie che, ancora oggi, ricercano sistemi propulsivi che consentano ai battelli convenzionali di ricorrere il meno possibile allo Snorkel (facendo quindi a meno dell'aria).
Come vedremo, nel corso degli anni, sono stati studiati vari sistemi A.I.P. Alcuni si sono dimostrati efficaci (e vengono attualmente impiegati), altri sono stati abbandonati o superati. Le cause che hanno determinato il successo/insuccesso dell'integrazione di questi sistemi propulsivi a bordo dei battelli, ruotano attorno a questi determinanti fattori :
Dimensioni/Ingombri;
Stivaggio reagenti;
Rumorosità;
Prodotti di scarico;
Sicurezza;
Affidabilità;
Costi;
Logistica;
Facilità di impiego e manutenzione;
Impianti ausiliari
2. Principali Sistemi A.I.P.
2.a Sistema " WALTER "
Sebbene si tratti di un sistema nato, sviluppato e utilizzato a partire dagli anni '30 (quindi ben prima dell'avvento dello Snorkel o del nucleare), rientra a pieno merito tra i sistemi AIP. Viene dal genio dell'Ingegnere tedesco Helmut Walter (1900-1980) che lo sviluppò presso i cantieri "KRUPP" di Kiel.
E' un sistema basato sull'azione di una turbina a gas alimentata da Perossido di Idrogeno H2O2 (acqua ossigenata).
Il Perossido di Idrogeno (H2O2), grazie ad un catalizzatore, viene scisso in vapore e ossigeno che vengono miscelati con il gasolio in una camera di combustione. La miscela (gas + vapore) ad alta pressione e alta temperatura muove una turbina a gas e viene convogliata in un condensatore. Qui viene separata acqua che viene reimmessa in ciclo. Il resto viene espulso fuori bordo (con compressori e pompe).
Il primo prototipo fu installato su un piccolo battello denominato " V80 " nel 1940. Durante le prove in mare raggiunse l'incredibile velocità di 28/30 nodi. Nonostante vari problemi legati all'instabilità del Perossido d'Idrogeno, il sistema fu installato su vari battelli della classe XVIIA (320 ton) e XVIIB (400 ton).
Il sistema venne inoltre prescelto per essere installato su una nuova classe di battelli della classe XXVI-W (842 ton); l'ordine emesso dal Governo tedesco nel 1944 prevedeva la fornitura di ben 250 unità !! (poi ridotta a 100 unità, per insufficiente capacità produttiva di H2O2 da parte dell'industria tedesca)
Alcuni di questi battelli furono impostati ma nessuno venne completato a seguito della sconfitta della Germania nella II G.M. (con la distruzione dei cantieri di Kiel e di Amburgo).
A guerra finita, questo sistema fu acquisito dagli alleati (UK, USA, URSS) che provarono ad impiegarlo con scarsi risultati (su tutti i battelli sperimentali su cui il sistema Walter venne installato si verificarono gravi esplosioni ed incidenti mortali). Come nel caso del sommergibile britannico " HMS EXPLORER " che, dopo vari gravi incidenti, venne tristemente nominato (dai sommergibilisti inglesi) " EXPLODER ".
CONSIDERAZIONI FINALI
Il sistema WALTER, sebbene avvenieristico ai tempi della sua invenzione, non si è mai rivelato sicuro e affidabile. L'unico vero vantaggio consisteva nell'elevata potenza che poteva esprimere e nelle altissime velocità che poteva assicurare.
PRO
Potenza
VELOCITA’
CONTRO
Rumorosità molto elevata
Vibrazioni fortissime
Consumi elevatissimi
Autonomia scarsa
Gas di scarico fuori bordo
H2O2 molto instabile
2.b Sistema " A.M.P.S. "
L'acronimo sta per Autonomous Marine Power Source. E' un sistema che è stato studiato negli anni '80 e che, in teoria, non dovrebbe essere incluso tra i sistemi AIP. Si tratta infatti di un sistema essenzialmente NUCLEARE ma realizzato in modo molto compatto e ridotto. Fu studiato per la Marina Militare Canadese, con il supporto della US Navy americana.
L'idea era quella di utilizzare piccoli reattori nucleari (Slow Poke) fino ad allora impiegati nelle Università per fini accademici.
Il principio di funzionamento è praticamente identico a quello atomico, impiegato sui battelli nucleari. Rimase solo uno studio. Nessun prototipo fu mai realizzato.
PRO
Autonomia (illimitata)
Potenze e velocità elevate
Propulsione a vapore (semplice)
CONTRO
Rumorosità
Vibrazioni
Sicurezza (radiazioni)
Costi
Complessità
Manutenzione
Sostituzione materiale radioattivo
2.c Sistema C.C.D. - DIESEL A CICLO CHIUSO
Anche questo sistema deriva da un'idea tedesca studiata negli ultimi anni della II G.M. (in parallelo con il sistema Walter che, tuttavia, venne assolutamente preferito e quindi ulteriomente sostenuto e sviluppato). E' un sistema che ha destato particolare interesse in quanto, apparentemente, impiegabile su comuni battelli Diesel Elettrici, a seguito di un'apposita attività di refitting. Il sistema è infatti essenzialmente rivolto alla modifica di comuni motori diesel (installati su tutti i battelli convenzionali).
L'idea di base è quella di mandare all'aspirazione del motore una miscela di gas che simuli l'aria atmosferica (costituita dal 70% di Ossigeno e dal 30% di gas inerte Azoto). Invece di prendere l'aria dall'atmosfera, il motore aspira una miscela di gas composta da Ossigeno puro (da conservare a bordo) e da parte dei gas di scarico prodotti dallo stesso motore (opportunamente puliti e filtrati).
Il sistema appare relativamente semplice, ma in realtà evidenzia due criticità non trascurabili. Una consiste nell'esigenza di dotare l'unità di appositi serbatoi di ossigeno (cosa abbastanza comune sui battelli AIP, ma difficile da integrare su un battello già esistente). L'altro punto dolente è la gestione del gas di scarico in eccesso che va smaltito fuori bordo o va stoccato in appositi contenitori.
PRO
Propulsione Diesel-Elettrica (tradizionale)
Apparentemente semplice
Possibile upgrade SMG D/E esistenti
CONTRO
Rumorosità
Vibrazioni
GAS DI SCARICO (eccesso)
Complessità
Anche questo sistema, alla fine della II G.M. fu oggetto di attenzione da parte dello spionaggio alleato. USA e UK non furono particolarmente interessati, a differenza dell'Unione Sovietica che svolse ulteriori ricerche e applicò il sistema a bordo di vari battelli sperimentali, per poi utilizzarlo per un'intera classe di sommergibili (Pr. 615).
A seguito di vari incidenti (connessi con lo stoccaggio dell'ossigeno) e della complessità del sistema, lo stesso fu poi definitivamente abbandonato.
ESPERIENZA ITALIANA
Negli anni '70, la società italiana MARITALIA (già SSOS), su un'idea dell'Ingegnere Giunio Santi (oggi, titolare di "GSE Trieste") sviluppò un progetto molto interessante che sarebbe stato propulso dal sistema Diesel a Ciclo Chiuso (CCD Closed Cycle Diesel). Nello stabilimento di Fiumicino (RM) venne studiato un prototipo del motore e furono condotti vari esperimenti.
Oltre ad introdurre, per la prima volta in Italia, un'ipotesi di sottomarino AIP, il progetto di Maritalia prevedeva un'altra importante e innovativa soluzione tecnica che consisteva nello scafo TOROIDALE.
Lo scafo resistente sarebbe stato costituito non già dalle solite lamiere rinforzate con ossature trasversali a " T ", ma con una serie di toroidi (ciambelloni) di vari diametri, saldati tra loro. Uno scafo di quel tipo, oltre ad assicurare la necessaria robustezza strutturale, aveva il pregio di offrire al battello dei volumi in cui stivare l'ossigeno (all'interno dei toroidi). Lo stesso volume, una volta consumato l'ossigeno, poteva essere utilizzato per stivare i gas di scarico (in eccesso) opportunamente compressi.
Questa soluzione toroidale destò particolare attenzione; molta di più di quella che generò il motore CCD (mai perfettamente messo a punto). La soluzione progettuale fu successivamente acquisita da FINCANTIERI (che da sempre costruisce i nostri battelli) che condusse ulteriori studi e varie sperimentazioni. Nonostante risultati abbastanza promettenti, il progetto non ebbe seguito e fu abbandonato.
NOTA:
Anche lo scrivente nel 1992, insieme ad un collega e caro amico, si è cimentato in uno studio universitario mirato alla progettazione di un battello a propulsione CCD. Nel nostro caso, decidemmo di stivare l'ossigeno in una particolare sfera poppiera.
2.d Sistema " MESMA "
L'acromino sta per " Module d'Energie Sous-Marine Autonome ". E' un sistema ideato dai francesi (DCN) che ruota attorno al principio di funzionamento di una Turbina a Gas a ciclo chiuso. Prevede l'uso di ETANOLO e di OSSIGENO che producono una combustione in un bruciatore; il bruciatore fornisce calore al un generatore di vapore che muove una turbina, a cui è assialmente collegato un generatore di corrente. I gas di scarico del bruciatore sono espulsi fuori bordo (preriscaldando l'acqua che va al generatore di vapore).
PRO
Potenze elevate
Ottima autonomia
Abbastanza compatto
Propulsione elettrica
CONTRO
Rumorosità
Vibrazioni
Basso rendimento
GAS DI SCARICO (fuori bordo)
Il sistema è stato ampiamente sperimentato dai francesi, mediante il refitting di alcuni vecchi battelli della classe "AGOSTA" (3 dei quali venduti alla Marina del Pakistan che, tuttavia, hanno creato non pochi problemi).
Il progetto franco-spagnolo " SCORPENE " (battello convenzionale da circa 1600 ton già ordinato da varie marine militari) prevede anche una versione AIP dotata di questo sistema (con un incremento del dislocamento di circa 250 ton). Dopo un iniziale interesse da parte della Marina indiana (che poi ha puntato ad altro), al momento non risultano manifestazioni di interesse da parte di eventuali committenti.
2.e Sistema STIRLING
Si tratta di un sistema ideato e prodotto in Svezia dalla "Kockums" (ora SAAB). Si basa sulla produzione di energia elettrica da parte di un generatore mosso da una "Macchina Alternativa a Combustione ESTERNA".
Il principio è molto simile a quello del comune motore a scoppio, ma nel sistema Stirling non c'è "scoppio"; l'espansione del gas che muove lo stantuffo nel cilindro, viene provocata da un surriscaldamento che proviene dall'esterno del cilindro (e non già da una combustione interna al cilindro). Quanto sopra, evidentemente, lo rende molto più silenzioso di un motore a scoppio.
Il calore viene generato da un bruciatore che funziona con carburante comune e OSSIGENO; il prodotto di combustione va espulso fuori bordo.
PRO
Propulsione elettrica
Relativamente semplice
Abbastanza compatto
Rendimenti accettabili
CONTRO
Rumorosità
Vibrazioni
Autonomia
GAS DI SCARICO (fuori bordo)
Ovviamente, per il loro funzionamento, le celle necessitano di ossigeno e idrogeno che il battello deve conservare a bordo. Il sistema di stivaggio può variare ma, normalmente, si usa stivare l'ossigeno allo stato liquido (da far evaporare quando necessario). Per l'idrogeno esistono altri sistemi: quello impiegato dal programma U212A prevede il suo stoccaggio a livello molecolare, all'interno di particolari idruri metallici (metalli porosi, in grado di catturare le molecole di idrogeno).
Se il principio di funzionalmento di una fuel cell è semplice, non lo è affatto la sua integrazione a bordo di un sottomarino dove, oltre alle celle stesse, devono anche essere ospitate le scorte dei reagenti necessari (Ossigeno e Idrogeno).
Tale complessa opera di integrazione, tuttavia, ha dato vita ad un sistema AIP che, a mio parere, non ha rivali. La possibilità di muoversi nelle aree di operazioni con un sistema di produzione dell'energia che non prevede alcuna parte meccanica in movimento, fornisce infatti un vantaggio tattico enorme (in termini di rumore indotto, di vibrazioni, di segnature, di portate dei sensori, etc.).
PRO
Propulsione elettrica
Semplice e compatto
NO rumore o vibrazioni
NO parti meccaniche in movimento !
NO GAS DI SCARICO (H2O)
Sistemi modulari (più celle)
Facilità di manutenzione/sostituzione
Basse temperature e pressioni
Rendimenti elevati
Sicurezza elevata
CONTRO
N.N.