SNORKEL - Un'invenzione italiana
L'invenzione dello Snorkel è solitamente attribuita ai tedeschi, che lo utilizzarono per la prima volta in tempo di guerra, nel 1943. Le persone più informate ne attribuiscono l'origine agli olandesi, che lo installarono sui battelli della classe “O” alla fine degli anni Trenta. Certo, indubbiamente i tedeschi ne hanno la paternità “storica”, così come la scoperta dell'America è propriamente attribuita a Colombo e non ai vichinghi, anche se lo hanno preceduto. Ma, davvero, almeno cronologicamente lo snorkel è un'invenzione italiana.
Fu, infatti, il Maggiore del Genio Navale Pericle FERRETTI a condurre i primi studi e sperimentazioni, nei primi anni Venti, presso l’Arsenale Militare Marittimo di Taranto, dove ricopriva l’incarico di Capo Reparto Sommergibili.
All'inizio la sua idea era solamente mirata a rendere più veloce la manovra di immersione del sottomarino: se il battello, navigando in superficie con i motori diesel in moto, veniva già semisommerso (casse zavorra allagate) e posto in assetto pronto per l'immersione, ma tenuto in “affioramento forzato” - come lui chiamava questo stato di parziale immersione – dai timoni orizzontali, le operazioni per la manovra d’immersione si sarebbero limitate a dare lo stop ai motori e a mettere i timoni a scendere (scomparendo alla vista del nemico in pochi secondi, contro gli svariati minuti necessari per immergersi con il sistema tradizionale). Per funzionare in questo modo, l'alimentazione d'aria dei motori sarebbe dovuta avvenire attraverso le prese di ventilazione della batteria esistenti e i gas di scarico sarebbero stati scaricati sott'acqua, grazie ad appositi eiettori idraulici. Gli esperimenti iniziali furono incoraggianti.
L'impianto di scarico dei gas combusti, che costituiva il vero e proprio problema di questo sistema, fu oggetto di un accurato studio, pubblicato nel 1922 sulle “NOTE DI INGEGNERIA NAVALE” della Marina Militare e illustrato successivamente, nel 1927, in alcune lezioni tenute (e, poi, pubblicate) del Maggiore FERRETTI presso l'Istituto di Guerra Marittima. Questo impianto non fu comunque ma realizzato.
Negli anni tra il '21 e il '25, FERRETTI ha proceduto alla progettazione e alla realizzazione di un vero e proprio impianto Snorkel, con apposita canna di aspirazione posizionata sulla torretta del sommergibile. L'aspirazione dell'aria e lo scarico dei gas erano garantiti da ingegnose “valvole dinamiche” rotanti che, quando aperte, erano in grado di evitare l'entrata dell'acqua sfruttando la forza centrifuga.
Questo prototipo, costruito presso l’Arsenale di Taranto, venne installato sul sottomarino “H3” (un battello Tipo “Holland” acquistato in Canada durante la 1^ Guerra Mondiale) a Napoli dal locale Arsenale, dove nel frattempo FERRETTI era stata trasferito.
Nel novembre del 1925 l'impianto fu collaudato, con vere prove in mare, da un’apposita Commissione che riferì di aver riscontrato risultati “più che soddisfacenti”. Unico neo: la maggiore visibilità dell'imbarcazione, dovuta all'onda provocata dall'albero di aspirazione e alla scia bianca prodotta dai gas di scarico. Lo stesso inconveniente verrà segnalato, alcuni anni dopo, dagli olandesi e, in parte, persiste ancora adesso.
Per la sua invenzione, il 20 gennaio 1926 il Maggiore GN FERRETTI ottenne il “BREVETTO INDUSTRIALE” n. 244375 e il prestigioso riconoscimento della Marina Militare. Successivamente, il 13 aprile 1926, durante le manovre navali nelle acque di Tripoli (Libia), l'impianto fu mostrato al Duce Benito Mussolini.
All'inizio degli anni Trenta, in vista di nuove costruzioni sottomarine, FERRETTI - che nel frattempo aveva lasciato la Marina Militare ed era diventato insegnante all'Università di Napoli - fu chiamato ad aggiornare il suo progetto Snorkel, che assunse una nuova configurazione e fu ribattezzato “Apparecchio ML " (“ML” non ha alcun significato tecnico: quelle sono solo le iniziali della moglie Maria Luisa, a cui Ferretti volle fare omaggio). Così, nel 1934, la Marina Militare decise di installare l'“Apparecchio ML” sui battelli della nuova classe “SIRENA”, alcuni dei quali in costruzione presso il Cantiere Navale C.R.D.A. di Monfalcone che costruì e testò a terra alcuni dei dispositivi e iniziò a montarli a bordo.
Ma, nel 1937, il Comando dei Sommergibili ritirò l'ordine e gli impianti già installati furono rimossi. Anche se l’azione intrapresa apparve piuttosto strana, la decisione non fu del tutto irragionevole: secondo la dottrina tattica della guerra sottomarina di quel tempo, i battelli non avevano particolare bisogno di un impianto snorkel che, d'altra parte, rappresentava una pericolosa complicazione tecnica. Anche l'Ammiragliato britannico dispose la rimozione dello snorkel dai battelli olandesi ospitati in Inghilterra, così come pure i tedeschi lo rimossero dai battelli catturati.
Solo l'avvento del radar imporrà l’impiego dello snorkel.
Questa è, in breve, la storia dello snorkel italiano. Non ci sono prove di contatti tra italiani e olandesi durante il processo di realizzazione del sistema; molto probabilmente hanno operato in modo indipendente. Sembra invece che i tedeschi avessero una certa conoscenza del progetto italiano, poiché dopo l’armistizio (8 settembre 1943), cercarono il Maggiore Ferretti che, tuttavia, riuscì a sfuggire alla loro caccia.