Sommergibile "GEMMA"

 

Il Smg. GEMMA era il secondo di una serie di dieci battelli, la serie “PERLA”, a sua volta appartenente alla più ampia classe “600” di sommergibili costieri.

Questa serie, ben riuscita come tutta la classe “600”, era stata realizzata negli anni ‘35 e ’36 dai Cantieri CRDA di Monfalcone (GO) (6 unità) e dai Cantieri OTO di Muggiano (SP) (4 unità).

Il GEMMA apparteneva a quelli di Monfalcone ed era stato impostato il 7 settembre 1935, varato il 21 maggio 1936 e consegnato alla Marina l’8 luglio dello stesso anno.


Le sue caratteristiche tecniche erano:

- carena: tipo “Bernardis” a semplice scafo, con controcarene esterne
- profondità max.: 80 m, con coefficiente di sicurezza 3
- dislocamento: 697 t (in superficie) - 856 t (in immersione)
- dimensioni: 60,18 m (lungh.) – 6,45 m (largh.) – 4,71 m (pescaggio)
- potenza app.to motore: 1.400 HP (sup.) - 800 HP (imm.)
- velocità max.: 14 nd (sup.) - 7,5 nd (imm.)
- autonomia: 5.200 mg a 4 nd - 2.500 mg a 12 nd (in superficie) - 74 mg a 4 nd - 7 mg a 7,5 nd (in immersione)
- armamento: 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (4 a prora e 2 a poppa) - 1 cannone da 100 mm / 47 calibri - 4 mitragliere antiaeree singole da 13,2 mm
- equipaggio (tabella): 44 persone (di cui 4 ufficiali)

Ecco una sintesi della sua storia, conclusasi tragicamente.

All’entrata in servizio (8.7.36) il Smg. GEMMA è assegnato alla 35ª Squadriglia Sommergibili, di base a Messina. Da qui effettua una lunga crociera nel Dodecaneso, crociera che ripete anche nel 1937.

Al comando del T.V. Carlo FERRACUTI, partecipa alla guerra di Spagna con una missione di nove giorni, dal 27 agosto al 5 settembre 1937, in agguato nel Canale di Sicilia.

Nel 1938 viene dislocato in Mar Rosso, a Massaua. Da questa base, insieme al Smg. PERLA, nella primavera del ’39 svolge lunghe crociere nell’Oceano Indiano, per sperimentare nel periodo dei monsoni la tenuta al mare e la capacità operativa dei battelli. Dai rapporti di missione, oltre alle difficoltà marinaresche incontrate (mare forza 9, impossibilità a far uso delle armi, difficoltà a tenere la quota periscopica), emerge anche la pericolosità degli impianti di condizionamento, il cui gas frigorigeno (cloruro di metile), si rivelerà tossico e creerà grossi problemi ai battelli che ne sono dotati.

Rientrato in Italia, alla fine del ’39 risulta assegnato alla XIV Squadriglia del 1° GRUPSOM di base alla Spezia. Ma all’entrata dell’Italia nella 2ª G.M. (10.6.40) il GEMMA, sempre inquadrato nel 1° GRUPSOM (però nella 13ª Squadriglia), al comando del C.C. Guido CORDERO di MONTEZEMOLO, è dislocato a Lero, la nostra base navale in Egeo.

Le sue prime missioni, peraltro senza esito, sono:

- dal 10 al 15 giugno ’40 nelle acque dell’isola di Chio, in Egeo;
- dal 30 giugno all’8 luglio al largo di Sollum, sulle coste egiziane;
- dal 7 al 16 agosto, a nord dell’isola di Creta.

Il 30 settembre parte per la sua quarta missione, con il compito di pattugliare, dal 1° all'8 ottobre, insieme ai Smgg. AMETISTA e TRICHECO, il canale di Caso (a levante dell'isola di Creta).

La zona del canale è stata suddivisa in tre aree - nord, centro e sud - rispettivamente assegnate al GEMMA, all'AMETISTA e al TRICHECO. Dopo un paio di giorni di agguato infruttuoso, il giorno 3, al solo GEMMA viene ordinato di spostarsi più a levante, a pattugliare il canale fra le isole di Rodi e Scarpanto (precisamente, nel quadrilatero delimitato dalle congiungenti: isola Saria-capo Monolito (Rodi)-capo Prosso (estremo sud di Rodi)-capo Castello (estremo sud di Scarpanto), fino alla sera del giorno 8. Ed è appunto in quella zona che, nella notte fra il 7 e l'8 ottobre, avviene la tragedia.

Il TRICHECO (comandato dal C.C. Alberto AVOGADRO di CERRIONE) la sera del 7 - ossia, un giorno prima del compimento della missione – a causa di un ferito a bordo aveva lasciato la sua area a sud del canale di Caso e dirigeva per rientrare alla base di Lero, con rotta passante a ridosso della costa orientale di Scarpanto e attraversando, quindi, la seconda zona di agguato del GEMMA.

Per una fatale serie di disguidi nelle comunicazioni radio, né il GEMMA né il TRICHECO sono stati informati dei reciproci movimenti. Fra l'altro, un messaggio cifrato del giorno 6, con il quale il Comando di Lero, tramite SUPERMARINA, ordinava al GEMMA l'immediato rientro alla base, non è mai stato ritrasmesso dall'Ente Centrale.

Quando, alle 01.15 del giorno 8, il TRICHECO avvista la sagoma di un sommergibile, ignorando la presenza di battelli italiani in quella zona - presenza che, ovviamente, dava per scontato gli sarebbe stata segnalata - ritiene debba trattarsi di un sommergibile nemico.

In una tale situazione, con gli strumenti disponibili all'epoca, non c'è tempo per tentare approcci di riconoscimento: sopravvive il sommergibile che attacca per primo.

Così, alle 01.21, il TRICHECO lancia due siluri. La distanza è ravvicinata: impossibile sbagliare! Il GEMMA, colpito a centro nave, affonda immediatamente nel punto di lat. 35°30'N e long. 27°18'E, circa tre miglia per 078° al largo di Kero Panagia, poco distante dalla città di Scarpanto. Nessun superstite.

Sarebbe potuto accadere l'opposto, se il GEMMA avesse avvistato per primo l'altro sommergibile. Sono incidenti avvenuti, purtroppo, in tutte le guerre e in molte Marine.

Peraltro, nella nostra Marina il pericolo di siffatti accidenti era piuttosto ridotto. Infatti, la dottrina d'impiego dei nostri sommergibili, almeno nel primo anno di belligeranza, si basava sul concetto della "guerra di posizione": ad ogni battello veniva assegnato un "quadratino" di mare, dal quale non doveva assolutamente sconfinare, restando in attesa del passaggio di navi nemiche. Questa tattica, ereditata dall'esperienza della 1ª G.M., si dimostrerà infruttifera.

I Tedeschi, invece, fin dall'inizio adottarono un metodo che potremmo definire "guerra di corsa": la zona assegnata a ciascun battello era relativamente ampia e ad esso veniva richiesto di andare "a caccia" di navi. Quando avveniva un avvistamento, tutti i battelli a distanza utile venivano concentrati sul bersaglio (spesso costituito da un convoglio), a formare il "branco di lupi". Operando in tal guisa, il rischio di incidenti era elevato, ma i Tedeschi lo mettevano in conto.

I 44 Caduti del Smg. GEMMA sono:

- C.C. Guido CORDERO di MONTEZEMOLO, Comandante
- S.T.V. Oscar CULOTTA, Ufficiale in 2ª
- Ten.GN Luigi VADO (o VADA), Direttore di Macchina
- G.M. Giuseppe FERRO
- G.M. Liborio SAVARESE
- C°2ª Giuseppe SOMMELLA
- C°3ª Francesco SCELZO
- 2°C° Cesare GHINAMO
- 2°C° Fabio LUISI
- 2°C° Achille OPULENTE
- 2°C° Aroldo PIERATTINI
- 2°C° Antonio SCALCO
- 2°C° Alfredo TITONEL
- Sgt. Danilo BENEDET
- Sgt. Vittorio BRAGONI
- Sgt. Guerino COSTANTINI
- Sgt. Giacomo ROSSI
- Sc. Giuseppe CATINO
- Sc. Aniello COZZOLINO
- Sc. Felice DEIDDA
- Sc. Bruno GIORDANI
- Sc. Pasquale MEOLA
- Sc. Angelo MONZO
- Sc. Gaetano RUBERA
- Sc. Egidio TRANFA
- Sc. Pasquale VACCARI
- Com. Bruno ALAMPI
- Com. Pietro CAMURRI
- Com. Stelio COACCI
- Com. Giuseppe DE SALVO
- Com. Fabio FISSI
- Com. Luigi GATTABUGI
- Com. Antonino GIUSTOLISI
- Com. Bruno GRAZIANO
- Com. Salvatore IACOMINO
- Com. Giuseppe INFANTINO
- Com. Francesco MALASPINA
- Com. Narciso MARANGON
- Com. Pietro MOLOGNI
- Com. Vittorio PASQUINI
- Com. Damiano PELUSO
- Com. Oreste RAVECCA
- Com. Stefano ROMEO
- Com. Fortunato VERMA

ONORE A LORO!