Sommergibile "DIASPRO"
Il Smg. DIASPRO apparteneva alla serie “PERLA” della classe
“600” di sommergibili costieri.
La classe “600”, unanimemente riconosciuta come la migliore realizzazione
italiana di mezzi subacquei dell’epoca, era suddivisa in cinque serie,
leggermente differenti fra loro:
- serie “ARGONAUTA” (7 unità)
- serie “SIRENA” (12)
- serie “PERLA” (10)
- serie “ADUA” (17 + 3 per la Marina brasiliana)
- serie “PLATINO” (13)
per un totale di 59 (+3) battelli.
Le serie “PERLA” era stata realizzata negli anni fra il ’35
e il ’36, parte nei Cantieri CRDA di Monfalcone (GO) (6 unità)
e parte nei Cantieri OTO del Muggiano (La Spezia) (4 unità).
Il DIASPRO era stato costruito a Monfalcone: impostato il 29 settembre 1935,
varato il 5 luglio 1936 ed entrato in servizio il 22 agosto dello stesso anno.
Queste le sue caratteristiche tecniche:
- carena: tipo “Bernardis” a semplice scafo,
con controcarene esterne
- profondità max.: 80 m con coefficiente di sicurezza
3
- dislocamento: 697 t (in superficie) - 856 t (in immersione)
- dimensioni: 60,18 m (lungh.) – 6,45 m (largh.) –
4,71 m (pescaggio)
- potenza apparato motore: 1.400 HP (sup.) - 800 HP (imm.)
- velocità max.: 14 nodi (sup.) - 7,5 nodi (imm.)
- autonomia: in sup.: 5.200 mg a 8 nd - 2.500 mg a 12 nd;
in imm.: 74 mg a 4 nd - 7 mg a 7,5 nd
- armamento: 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (4 a prora e 2
a poppa); 1 cannone da 100 mm / 47 calibri; 4 mitragliere antiaeree singole
da 13,2 mm
- equipaggio (tabella): 44 persone (di cui 4 ufficiali)
L’attività del DIASPRO, al comando del Cap. Corv. Giuseppe MELLINA,
comincia presto, con la guerra di Spagna (1936-39). Una prima missione la
svolge nell’agosto del ’37, a nord di Capo Bon (Tunisia) con un
attacco a due mercantili, ma senza successo. Un secondo attacco, all’alba
del 1° settembre, nelle acque davanti a Benicarlò (a nord di Valencia),
frutta invece l’affondamento della petroliera inglese WOODFORD di 6.987
t, dopo che questa aveva schivato i primi due siluri e tentato di speronare
il sommergibile.
All’entrata dell’Italia nella 2ª G.M. (10 giugno ’40),
il sommergibile risulta assegnato alla 72ª Squadriglia del 7° Gruppo
Sommergibili dislocato a Cagliari.
La guerra combattuta dal DIASPRO, tutta in Mediterraneo, è dura e logorante,
con un’attività intensa (53 uscite operative, di cui 32 missioni
offensive e/o esplorative), fatta di agguati lunghi e snervanti ma povera
di risultati significativi. Del resto, in Mediterraneo, diversamente che in
Atlantico, il traffico mercantile dell’avversario è scarso e
sempre fortemente scortato. Ciò nonostante, il DIASPRO riesce a compiere
diversi attacchi, ma senza risultati concreti (per lo meno, questo è
quanto risulta dai riscontri con la documentazione dell’avversario nel
dopoguerra, mentre in quasi tutti gli attacchi erano state udite le esplosioni
dei siluri).
Nei primi due anni di guerra l’attività del DIASPRO si svolge
quasi esclusivamente nel canale di Sardegna. Il 1° settembre del ’40
subisce una durissima caccia da parte di mezzi aeronavali inglesi, soprattutto
da un aereo, dal quale si difende con le mitragliere di bordo, riuscendo a
disimpegnarsi senza danni.
Passato sotto il comando del Ten. Vasc. Antonio DOTTA, il 22 luglio ’41,
stando in pattugliamento al largo di Bougie (Algeria), viene a trovarsi in
mezzo ad una grossa formazione navale inglese. Lancia una salva di quattro
siluri contro una portaerei, pare senza colpirla, anche se si ode l’esplosione
di un siluro. Lancia due siluri anche contro una nave della scorta, il caccia
NESTOR, mancandola “per un pelo”, come scriveranno poi gli inglesi
che hanno visto le scie dei siluri sfiorare il loro scafo.
Dal 1° aprile al 10 settembre del ’42 il battello è assegnato
alla Scuola Sommergibili di Pola, dove effettua 32 uscite per addestramento
degli allievi sommergibilisti.
Rientrato alla sua base, Cagliari, nel novembre ’42 riprende l’attività
operativa. Il giorno 8, in immersione al largo di Biserta (Tunisia), ha un
piccolo incidente, fortunatamente non grave: entra in collisione col Smg.
ALAGI. Mentre quest’ultimo subisce danni che lo costringono a rientrare,
il DIASPRO può continuare la sua missione. Il giorno 12 riesce a penetrare
nella baia di Bougie, dove attacca una grossa motonave, ma i siluri non colpiscono.
Passato al comando del Ten. Vasc. Alberto DONATO, la notte sul 13 luglio ’43,
nelle acque di Cap de Fer (Algeria), attacca un convoglio con due coppiole
di siluri, ma anche questa volta, pare, senza risultati, sebbene dopo 2 minuti
e 22 secondi, tempo pressappoco pari a quello necessario ai siluri per raggiungere
i bersagli, si odono due violente esplosioni.
Insisto con questo “pare” perché esiste il fondato sospetto
che, talvolta, nei loro rapporti gli inglesi abbiano sottaciuto i danni subiti,
per lo meno quando ciò era verosimilmente possibile. Può darsi,
quindi, che le esplosioni udite fossero veramente colpi andati a segno, che
però non avevano portato all’affondamento delle navi colpite.
Il fatto che questi fatti non trovino riscontro nei documenti inglesi non
è di per sé garanzia di verità, poiché i documenti
stessi furono redatti a quell’epoca, quando era utile alla propaganda
non rivelare certi accadimenti. E ancora adesso, con gli archivi ormai aperti
e disponibili per chiunque, da parte inglese c’è resistenza ad
ammettere vicende (specialmente in campo di spionaggio) che sono state provate
attraverso altre fonti.
Ma torniamo al nostro DIASPRO.
L’ultima sua azione significativa prima dell’armistizio (8 settembre
’43) si svolge il 18 agosto, nelle acque di Stromboli, quando il battello
lancia due siluri poppieri contro due caccia, senza colpirli. Il giorno dopo,
mentre sta rientrando a Napoli, avvista altri due caccia, che attacca con
quattro siluri e, dopo il tempo previsto, ode chiaramente due esplosioni.
Quando, un’ora dopo, il sommergibile emerge, uno dei caccia è
fermo, in evidente avaria. Ma il battello ha esaurito tutti i siluri e non
può far altro che dirigersi verso Napoli.
L’8 settembre trova il DIASPRO in navigazione. In base alle clausole
armistiziali, dovrebbe portarsi a Bona (Algeria), ma a causa di certe avarie
gli viene consentito di rientrare a Cagliari.
Fino a quel momento il battello ha compiuto 53 missioni di guerra, essendo
stato in mare per ben 806 giorni e avendo percorso 22.345 miglia in superficie
e 3.057 miglia in immersione!
Ultimati i lavori di riparazione a Cagliari, nel marzo del 1944 viene trasferito
a Brindisi, dove svolge attività addestrativa a favore delle navi,
fra Brindisi e Taranto, fino all’aprile del 1945. In questo periodo
compie anche una missione speciale (17-23 agosto ’44) per sbarcare clandestinamente
degli operatori a Zante e a Cefalonia.
A maggio ’45 è a Malta, in attività addestrativa per le
navi antisom alleate.
Quando, con la resa del Giappone (agosto ’45), la 2ª G.M. finisce,
il DIASPRO rientra a Taranto, dove viene disarmato. Nel periodo di cobelligeranza
ha compiuto 59 missioni (di cui 48 per esercitazione) e percorso 4.030 miglia.
Il 1° febbraio ’48 il DIASPRO viene definitivamente radiato e poco
dopo, in applicazione delle clausole d’armistizio, la fiamma ossidrica
inizia la triste opera di demolizione.
In tutta la sua vita il battello ha avuto un solo caduto per cause belliche
e nell’adempimento del proprio dovere: il Sgt. Gaetano LOFFREDO.